Via le tastiere, doppia chitarra e un impatto sonoro più diretto,
“grezzo”, dice lui, esagerando un po’ per rendere l’idea del nuovo
corso dei pordenonesi Empatia, dopo un salto di 10 anni e l’immutato
amore per la musica nel cuore. Lui è il vocalist e guitar-man Al Bruni
(autore anche dei testi) che, assieme ai fedeli compagni di viaggio
Alan Castellan, chitarra solista, Giuseppe Moro alla batteria e
l’innesto del nuovo bassista, Imer De Paoli, ha dato alle stampe il
quarto album, “Dea”, sette tracce contenute in un booklet in
cartoncino curato nei dettagli con immagini all’altezza di produzioni
di livello e una netta predominanza del colore rosso fuoco che riporta
al concetto di un raffinato “erotismo”, fil rouge sviluppato con
delicata goliardia e traslato fino ad abbracciare temi come “la
necessità – anticipa Al – di usare istinto e cervello per tirare fuori
ciò che abbiamo dentro, le vere emozioni”.
“Dea”, che sarà presentato oggi (primo maggio) in anteprima Al Bibione
Rock Festival, è un disco orecchiabile, diretto, molto rock. “Abbiamo
abbandonato i virtuosismi e gli afflati misticheggianti dei precedenti
album. La voce – prosegue – è più aggressiva, gratta in gola, è
proprio la mia, senza orpelli”. Insomma, operazione semplificazione e
tanta energia. Della passata produzione discografica viene proposta,
in coda alla title-track, un solo brano, rivisitato: “Il cerchio
infinito”.
Registrata, come tradizione vuole, all’Angel’s Wing di Nico Odorico a
Varmo, la quarta prova della band naoniana è un potpourri di
metal-grunge moderno e facilmente assimilabile, in chiave Empatia. E
le collaborazioni con Enrico Ghedi e il “giro” degli allora Timoria
che tanto caratterizzarono e influenzarono le modalità artistiche dei
vecchi lavori? “Siamo in contatto, ma per il momento volevamo un disco
nostro e basta, che raccogliesse gli stimoli delle evoluzioni musicali
dell’ultimo decennio”.
Appuntamento con gli Empatia, dunque, oggi a Bibione. La presentazione
ufficiale avverrà, invece, a Pordenone, nel corso dell’estate.